Rassegna stampa / “Le guerre viste da vicino e narrate da Marco Lupis” – La Gazzetta del Sud su “Il Male Inutile”

Articolo Gazzetta 14-04-18 Il Male Inutile

di Elisabetta Reale

DA IERI IN LIBRERIA IL VOLUME DEL GIORNALISTA E SCRITTORE CALABRESE

Le guerre viste da vicino e narrate da Marco Lupis

Al Museo MARCA di Catanzaro sarà inaugurata l’8 maggio la mostra fotografica

Il racconto di 25 anni di corrispondenze da zone di guerra, tra conflitti,
crisi, colpi di stato o attacchi terroristici. È un reporter di “lungo corso”,
Marco Lupis, calabrese, originario di Grotteria, nato da una nobile famiglia storica
del Meridione d’Italia, che per due decenni e più, da inviato speciale e
corrispondente per le maggiori testate giornalistiche italiane e per la Rai, ha
raccontato con uno sguardo lucido, e al tempo stesso compassionevole e partecipe da
giornalista-testimone, guerre e massacri dimenticati, divenuti immediatamente
passato nel flusso costante e spietato delle informazioni.

Da giovedì, in libreria, è possibile trovare il volume “Il male inutile. Dal Kosovo a Timor Est, dal Chiapas a Bali, le testimonianze di un reporter di guerra”, Rubbettino editore.

Il libro dà voce ad un preciso capitolo dell’esperienza professionale di Lupis, già autore del libro “Interviste del Secolo Breve. Incontri con i protagonisti della cultura, della politica e dell’arte del XX secolo”, (Edizioni del Drago, 2017) tradotto in sette lingue.
«La guerra per un giornalista è un richiamo inarrestabile” scrive Lupis nelle prime
pagine del volume “per un inviato è il momento in cui tutto diventa chiaro. Ed
estremo; i rapporti umani, la compassione, il bene e il male, la malvagità e il dolore.
E nessun giornalista degno di questo nome può esimersi dal raccontarli, voltandosi
semplicemente dall’altra parte». Attorno a questi sentimenti ruotano i racconti di
guerre ad ogni angolo del pianeta, che compongono il libro e abitano i ricordi di
Lupis.
Nella sua prefazione, Janine di Giovanni, considerata una delle più importanti inviate
di guerra nel mondo, afferma che «se riesco a mettere in un libro quello che succede,
come ha fatto Marco scrivendo queste testimonianze, nessuno potrà più dire che non
sapeva nulla».
Il libro, dunque, raccogliendo le testimonianze di guerre dimenticate, diventa occasione per provare a far emergere la verità, non solo memoria ma anche denuncia?
«Assolutamente sì. O almeno questa è la speranza di tutti quelli che fanno il nostro
lavoro».
Oggi le atroci immagini della guerra in Siria, ieri quelle raccontate nel libro che
arrivano dal Kosovo, Timor Est, Chiapas, però spesso queste tragedie vengono
rapidamente archiviate?
«Ho scritto proprio nei giorni scorsi un pezzo dove notavo che la situazione in Siria
mi ricorda l’esperienza che ho fatto nel ’99 in Kosovo. Oggi come allora la prima
vittima di questa guerra assurda mi sembra la verità e l’arma principale la menzogna.
È importante non dimenticare il passato per cercare (almeno) di non commettere di
nuovo gli stessi errori. E in guerra sembra proprio che nessuno abbia mai voglia di
studiare la Storia prima di premere il grilletto o lanciare missili…».
Cosa significa raccontare la guerra dal di dentro, come si riesce a convivere con la
morte?

«Per fortuna non bisogna necessariamente conviverci ogni giorno, o almeno io non
sono stato costretto a farlo. Anche perché, a ben vedere, quella del “corrispondente di
guerra” è una categoria un po’ assurda da definire. Non esiste il giornalista che si
occupa solo di guerre, ci sono giornalisti che, più di altri, vanno in zona di guerra (o
di attentati, catastrofi eccetera) e si trovano a dover testimoniare di conflitti, orrori e
atrocità difficili da dimenticare. Io mi ci sono trovato parecchie volte, ma sempre
molto meno di alcuni altri colleghi internazionali, come per esempio l’amica Janine
di Giovanni, che ha scritto la prefazione. Quello che ho visto, però, è stato sufficiente
a segnare la mia vita e il mio equilibrio interiore, come racconto negli ultimi capitoli
del mio libro. E proprio la scrittura di questo libro, come fosse una terapia, mi ha
aiutato a venirne fuori».
A Siderno, la prima presentazione, quali gli altri appuntamenti?
«Dopo l’evento di oggi, a Siderno, alle 18 alla libreria Calliope Mondadori,
presenteremo il libro sabato 21 aprile a Palazzo Amaduri di Gioiosa Jonica, poi
probabilmente a Reggio Calabria in occasione di San Giorgio. L?8 maggio al Museo
MARCA di Catanzaro, oltre alla presentazione del libro, inaugureremo anche una
mostra delle mie fotografie “di guerra, dal titolo: «Uno sguardo sul Male inutile. Dal
Kosovo a Timor Est, dal Chiapas alle Filippine guerre e massacri dimenticati nelle
fotografie di Marco Lupis», in collaborazione con la Fondazione Guglielmo e il
Touring Club Italiano».
Allegato:
Il libro
Marco Lupis raccoglie in questo libro le testimonianze di guerra che un reporter di “lungo corso” ha vissuto sulla propria pelle. Tragedie che troppo spesso, nel frenetico
flusso mediatico dell’informazione, vengono rapidamente e colpevolmente
archiviate, anche se si collocano dietro l’angolo dell’attualità e della storia. Guerre e
massacri dimenticati ora ritrovano una nuova attualità.

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